La sostenibilità e l’economia circolare nelle supply chain sono state tradizionalmente considerate come “faccende” riguardanti le imprese, lasciando il consumatore sullo sfondo, come un elemento di fatto estraneo ai processi logistico-distributivi.

Alessandro Creazza, Professore Associato di Logistica e Supply Chain Management presso la Scuola di Ingegneria Industriale, se ne è occupato in tre recenti articoli: Better sustainability in the food supply chain through technology: a consumer perspective, scritto con Claudia Colicchia e Sara Perotti e uscito in International journal of logistics research and applications, Culture counts: implications of consumer preferences for more sustainable ecommerce fulfillment, scritto con Claudia Colicchia e Lisa M. Ellram e uscito in Journal of cleaner production e Circular economy and food waste in supply chains: a literature review, scritto con Claudia Colicchia e Stella Viscardi e uscito in International journal of logistics research and applications.

In realtà, l’analisi dello stato dell’arte sulla filiera del food ha messo in luce come il consumatore abbia un ruolo di primaria importanza per la sostenibilità e l’economia circolare del settore food, in quanto i cittadini sono coloro che possono “chiudere” il cerchio mediante azioni virtuose di recupero dei materiali e prevenzione degli sprechi, rendendo i processi distributivi sostenibili e circolari. Non solo: come rilevato da una recente survey, mediante l’adozione presso il punto vendita di tecnologie interattive basate sul paradigma di Industria 4.0 applicato alla supply chain (es. QR code, blockchain e scaffali con informazioni dinamiche) i retailer possono indurre i consumatori ad essere parte attiva nella riduzione dello spreco alimentare, influenzando positivamente i loro stili di consumo.

Ma il ruolo del consumatore è fondamentale per la sostenibilità delle supply chain anche in un altro caso: come investigato nella ricerca condotta sui consumatori Europei e Statunitensi, i cittadini possono impattare la sostenibilità dello shopping online scegliendo varie opzioni per la consegna dei prodotti acquistati online: dalla consegna urgente a domicilio, con impatto ambientale più elevato, a consegne a più giorni presso punti di ritiro di zona, in grado di ridurre il numero di veicoli in circolazione. È inoltre emerso che il background culturale influenza la propensione dei consumatori nei confronti di opzioni più sostenibili (ma meno performanti ad esempio in termini di rapidità di consegna).