La gestione delle finanze personali è ritenuta da molti complessa a causa del contesto economico incerto e dell’inflazione, ma anche della bassa cultura finanziaria nazionale. In effetti, sebbene in lieve crescita, le conoscenze finanziarie non sono ancora sufficientemente diffuse nel nostro Paese, né con riferimento ai concetti, né agli strumenti finanziari. A fronte della situazione descritta e in presenza di segmenti della cittadinanza in difficoltà economiche, la corsa all’oro e l’investimento in beni rifugio, spesso, cresce.
Con un’ottica di più lungo periodo, i risparmiatori si rifugiano – letteralmente- in un’ampia categoria di investimenti di tipo non finanziario, non solo per mantenere il valore del capitale cumulato ed evitare le eventuali perdite che colpiscono i mercati finanziari, ma anche per non incorrere nell’onere della gestione continua delle attività finanziarie.
L’intento del volume dal titolo “Investire con re Mida: il ritorno di un bene rifugio per famiglie e imprese”, pubblicato da Egea e curato da Carolina Guerini, Professore Associato di Economia e Gestione delle Imprese, è quello di presentare alcuni dati di ricerca in grado di fornire una fotografia della figura dell’Italiano quale risparmiatore e quale investitore, offrendo, tra altro, indicazioni sulle responsabilità assunte dai membri della famiglia, sulle conoscenze economico-finanziarie della popolazione, ma anche e soprattutto sul ruolo dei beni rifugio – e dell’oro in particolare- nell’ambito del portafoglio investimenti delle famiglie.