Quale eredità lasceranno i Giochi Olimpici di Milano – Cortina dal punto di vista sanitario sui territori coinvolti? Milano Cortina 2026 è il primo modello di Olimpiade «diffusa», in linea con i principi di sostenibilità, e i «Medical Services» hanno integrato pienamente questa filosofia, inserendo i Servizi Sanitari Regionali in prima linea.
Se ne è parlato venerdì 12 settembre all’Università LIUC, in un convegno aperto dal Rettore Anna Gervasoni, che ha visto confrontarsi rappresentanti delle istituzioni (per Regione Lombardia sono intervenuti il Vicepresidente e Assessore al Bilancio e Finanza Marco Alparone, l’Executive Board member AIFA & Presidente Commissione Welfare Emanuele Monti e il Direttore Generale Welfare Mario Melazzini), rappresentanti della Fondazione Milano Cortina 2026 (che ha patrocinato l’iniziativa), accademici e manager del settore sanitario.
“Nella trasformazione delle infrastrutture sanitarie per i Giochi, uno dei pilastri è il rafforzamento dei poli ospedalieri – ha detto Davide Croce, docente dell’Università LIUC e Olimpic Hospital Advisor Manager – Tra questi, l’ospedale Niguarda di Milano, gli ospedali di Belluno e Verona, l’ospedale di Trento e l’ospedale di Bolzano hanno preparato il proprio Pronto Soccorso, i reparti di diagnostica avanzata e alcuni letti di degenza specialistici per un’assistenza mirata. Non solo: anche altri ospedali di minori dimensioni si evolveranno in centri di eccellenza per la medicina sportiva, l’ortopedia e la cura dei pazienti complessi”.
Il professor Croce ha ricordato che molti poliambulatori temporanei allestiti per i Giochi si trasformeranno in Case di Comunità oppure andranno ad arricchire l’offerta sanitaria territoriale.
E ancora: “Nei Giochi Olimpici assisteremo ad un’integrazione tra protezione civile ed emergenza sanitaria, importante modello operativo di coordinamento anche per altri grandi eventi futuri, facilmente replicabile in tutte le regioni”.
Molto si sta facendo anche rispetto alla formazione del capitale umano: “Gestire servizi sanitari ad alta complessità significa acquisire nuove competenze organizzative da trasferire anche nella gestione ordinaria o in contesti di emergenza, per diventare agenti di cambiamento”.
Ranieri Guerra, già Direttore Generale Aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è intervenuto sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale in questa grande macchina organizzativa: “I Giochi sono eventi ad alto rischio – ha detto – che richiedono un’ibridazione strategica tra logiche sanitarie, protezione civile e capacità predittive dell’IA per gestire emergenze climatiche, incidenti sportivi complessi e grandi flussi di persone. La risposta non può essere improvvisata. Serve una rete ospedaliera olimpica che trasformi presidi territoriali, pronto soccorso periferici, elisoccorso e ospedali di alta specialità in un ecosistema sanitario orchestrato dall’intelligenza artificiale”.
Giuseppe Massazza, Chief Medical Officer di Milano Cortina 2026, ha affermato: “Il nostro obiettivo è che i Giochi di Milano Cortina 2026 lascino un’eredità tangibile e concreta. Compresa ovviamente quella sanitaria che testimonia ancora una volta l’impegno dei nostri stakeholder territoriali.
La forza del nostro servizio medico non risiede solo nell’organizzazione dell’evento, ma nella stretta collaborazione con i sistemi sanitari locali. Grazie a questa sinergia, le nostre comunità erediteranno strutture e competenze mediche potenziate”.
Sono intervenuti anche Diana Bianchedi (Chief Strategy Planning & Legacy Officer di Fondazione Milano Cortina 2026, in videocollegamento), Iacopo Mazzetti (Head of Legacy di Fondazione Milano Cortina 2026), Alberto Zoli (Direttore Generale dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda), Fabio Pigozzi (Professore Ordinario UniRoma4, Membro Federazione Internazionale di Medicina dello Sport e Membro commissione medica CIO) e Ida Ramponi (Direttore Generale di Asst Valtellina e Alto Lario).