Come affrontare un colloquio di lavoro


Campus ed opportunità
Come affrontare un colloquio di lavoro

Come essere pronti al colloquio di lavoro? Che risposte dare e quale atteggiamento mi aiuterà per affrontarlo al meglio?

Il colloquio di lavoro è un momento delicato per chiunque abbia intenzione di trovare una nuova occupazione. Di seguito riportiamo alcuni suggerimenti per affrontare al meglio tale situazione.

Conoscere l’azienda

Prima di presentarsi al colloquio di lavoro occorre prepararsi raccogliendo informazioni sull’azienda e sulle attività che svolge. Questo farà capire al vostro interlocutore che siete particolarmente interessati ad essere inseriti in quel tipo di organizzazione. Le informazioni possono essere facilmente raccolte dal loro sito web, in biblioteca oppure rivolgendovi al Career Service.

Informarsi sul tipo di lavoro offerto

È molto importante avere le idee chiare sul tipo di mansione per cui ci si candida. Sarebbe infatti complicato spiegare le vostre capacità e le vostre esperienze senza avere un’idea del ruolo aziendale che si vorrebbe andare a ricoprire. Per raccogliere informazioni a tal riguardo si rivelano utili i quotidiani economici, libri che trattano l’argomento oppure il parlare con conoscenti che già svolgono questo tipo di mansione.
Se vi siete candidati in risposta ad un’inserzione pubblicata dall’azienda, è di fondamentale importanza leggere attentamente l’annuncio in ogni sua parte, senza trascurarne nessun dettaglio. L’annuncio è una prima fonte di informazioni su cui basarsi per effettuare una prima autovalutazione tra i requisiti richiesti e le vostre competenze effettive. Nel caso in cui non si possiedano tutti i requisiti elencati avrete dunque la possibilità di approfondire i “punti carenti” preparandovi in anticipo a rispondere ad eventuali domande in quell’area o a porre voi stessi delle richieste di approfondimento su eventuali punti a voi poco chiari della mansione.

Un’attenta lettura dell’inserzione a cui ci si candida denota attenzione, precisione e trasmette all’intervistatore il vostro entusiasmo ed interesse.

L’appuntamento

Ricordatevi di appuntarvi la ragione sociale e l’indirizzo dell’azienda, il nome del selezionatore ed i suoi recapiti telefonici. Abbiate cura di segnarvi data e ora convenuti per il colloquio ed il tragitto da compiere per arrivare a destinazione in orario. Preparatevi ad affrontare domande che riguardino i vostri punti deboli o che riguardino il vostro percorso di studi (es. sulla tesi di laurea oppure perché avete scelto un certo corso di laurea). Evitate di presentarvi al colloquio accompagnati (amici/genitori): presentarsi accompagnati potrebbe condizionare l’intervistatore relativamente a fattori come sicurezza di sé, autonomia ed indipendenza.

Orario

È assolutamente necessario essere puntuali. Se dovete spostare data o orario, fatelo con almeno un giorno d’anticipo.
In caso di ritardo avvisate tempestivamente, in anticipo rispetto all’ora convenuta. Ricordatevi di prendere nota dei riferimenti del selezionatore o della sua segreteria in modo da poterlo avvertire per tempo.

Abbigliamento

L’abbigliamento rispecchia la nostra personalità, quindi è giusto vestirsi assecondando i propri gusti, senza, però, perdere di vista il contesto in cui si svolgerà il colloquio. Presentarsi in una banca d’affari, ambiente tradizionalmente formale, indossando dei jeans potrebbe essere fuori luogo, così come lo sarebbe l’affrontare un colloquio in un’agenzia di pubblicità per un posto da creativo con un abbigliamento classico che darebbe di voi un’idea troppo inquadrata. In linea generale per gli uomini giacca e cravatta vanno sempre bene, mentre per le donne è ammessa una maggiore libertà mantenendo sempre una certa sobrietà. Vestirsi in maniera originale può rappresentare un rischio in quanto non tutti potrebbero apprezzare tale originalità. Se indossate occhiali da sole toglieteveli prima del colloquio, se non potete per via di un problema agli occhi, fatelo presente.

Atteggiamento

Essere emozionati ad un colloquio di lavoro soprattutto se siete alle prime esperienze è una sensazione del tutto normale.
La prima cosa da ricordare è di essere sempre voi stessi e di non “bluffare”.
Alcuni suggerimenti da prendere in considerazione sono: presentatevi sorridenti questo darà un’immagine positiva di voi, quando date la mano cercate di stringere in maniera moderatamente energica, non c’è niente di peggio di stringere una mano sudata e molle; assumete una postura che non sia di chiusura con braccia conserte e gambe incrociate.
Allo stesso modo può risultare controproducente essere seduti in modo estremamente rilassato, con la schiena completamente appoggiata, o facendo continuamente girare la sedia. Cercate di non assumere atteggiamenti di superiorità con il selezionatore e di non risultare scontrosi. Ricordatevi che per fare buona impressione contano molto di più l’aspetto ed il tono di voce piuttosto che quello che dite. Cercate quindi di “sintonizzarvi” sulla modalità comunicativa del vostro intervistatore: se lo stile risulta formale, mantenete anche voi lo stesso atteggiamento, se diversamente lo stile è di maggiore apertura, potrete mostrare un comportamento più rilassato. E’ indice di rispetto e buona educazione, dare del lei alla persona che vi sta intervistando.

L’intervista

Rispondete sempre in maniera esaustiva alle domande che vi saranno poste. Rifiutarsi non è una scelta appropriata, né tantomeno essere evasivi. Evitate assolutamente di mentire, ricordatevi che avete davanti un professionista che ha intervistato centinaia se non migliaia di persone e che può capire che non state rispondendo in maniera veritiera.
Quando rispondete abbiate l’accortezza di guardare il selezionatore e di non dilungarvi troppo nella risposta, ovviamente evitate di essere troppo sintetici altrimenti il colloquio si trasformerebbe in un interrogatorio.
In alcuni casi vi potrà essere richiesto di partecipare a test, prove di gruppo oppure di proseguire il colloquio in un’altra lingua vi consigliamo di accettare di buon grado, evitare di farlo potrebbe mettere a rischio il buon esito del colloquio.
Il cellulare va assolutamente tenuto spento e se per caso vi siete dimenticati, spegnetelo senza rispondere.

Congedo

Quando capite che il selezionatore vuole chiudere il colloquio potrete chiarire eventuali aspetti che non avete ancora trattato, ad esempio se sono previsti ulteriori colloqui, dopodiché salutate e ringraziate per l’opportunità che vi è stata concessa.

Mi parli di lei

A questa domanda si può rispondere con una presentazione generale della durata di 2-3 minuti, delineando il percorso formativo svolto, come mai ci si è iscritti ad una determinata facoltà, indicare competenze raggiunte di cui si è particolarmente soddisfatti, collegandole con il ruolo in questione.

Perché vuole questo lavoro?

Leggere l’annuncio nei dettagli può aiutare a prepararsi a questa domanda, identificando i propri punti forza ed i propri interessi in relazione alle attività previste dalla mansione.

Perché la dovremmo scegliere?

Prima di sostenere il colloquio può essere utile riflettere sulle esperienze affrontate e i successi ottenuti per fornire un quadro positivo generale del proprio profilo professionale. I successi ottenuti e le competenze maturate possono essere considerate valide motivazioni per orientare la scelta su di voi, in aggiunta all’interesse nei confronti della particolare realtà aziendale.

Quali sono le sue ambizioni?

Questa domanda vi consente di mettere in luce aspetti quali la vostra progettualità ed aspirazioni professionali. Avere le idee chiare in proposito è sicuramente positivo, anche se può essere utile lasciare un margine di flessibilità legato a come sarete formati/influenzati dalle esperienze professionali che avrete.

Quali sono i suoi punti di forza e di debolezza?

E’ importante rispondere citando le competenze specifiche che si sono acquisite, identificare eventuali aree di miglioramento dimostra capacità di autovalutazione ed autocritica.

Quali sono le sue skills in relazione alle attività extracurriculari che ha svolto?

Nel rispondere a questa domanda è utile citare competenze ed abilità trasferibili: alcuni esempi possono essere il lavoro di squadra, la collaborazione, l’organizzazione e pianificazione di attività, orientamento agli obiettivi o il multitasking legato alla gestione di molteplici impegni/attività contemporaneamente.

Come si vede da qui a 10 anni?

Attraverso questa domanda l’intervistatore ottiene informazioni sulle aspirazioni professionali, sul percorso di crescita, confrontandoli con quanto previsto dalla posizione e da una sua futura evoluzione all’interno dell’azienda. Esprimente le vostre aree di interesse, saldamente ancorati alla realtà e con atteggiamento umile ma propositivo.

Quali sono le maggiori difficoltà che ha dovuto affrontare?

E’ possibile citare un progetto particolarmente elaborato a cui si è preso parte, fornendo indicazioni concrete e specifiche sul contributo personale apportato al raggiungimento dell’obiettivo.

Domande che è possibile porre

  • Com’è strutturata l’azienda?
    Approfondire com’è strutturata l’azienda è importante, sapere come sarà il team a cui andrete ad unirvi dimostrerà interesse verso il lavoro e verso le dinamiche interne al reparto di destinazione.
  • Quali compiti mi verranno affidati?
    Questo nell’ottica di capire quali sono i compiti principali che il futuro datore di lavoro vi richiederà
  • Organizzate corsi di formazione per il personale?
    Date l’immagine di voler rimanere a lungo in azienda e di crescere nella vostra professionalità.
  • Come si svolge l’iter selettivo?
    La volontà di conoscere i tempi della selezione è importante per poter pianificare i propri impegni futuri.

Assolutamente da NON chiedere

  • Quale sarà il mio stipendio/benefits? (saranno argomenti che verranno trattati al momento di un’offerta)
  • Quante ore di lavoro sono previste? (spetta al datore di lavoro affrontare l’argomento a suo tempo)
  • Dovrò fare straordinari o lavorare nel week end? (per non apparire ovviamente poco disponibili)
  • Ogni altro tipo di domanda che possa fare intendere che non si abbia come primo obiettivo il lavoro ma remunerazione/carriera ottenibile.
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